Il Rapporto ISPRA 2022 sul monitoraggio dei pesticidi nelle acque presenta i risultati delle indagini svolte nel biennio 2019-2020 e rileva un incremento dei valori.
Indice
- Sostanze più frequenti
- La situazione al Sud
- Gli standard di qualità ambientale (SQA)
- Glifosato e AMPA
I pesticidi, da un punto di vista normativo, comprendono i prodotti fitosanitari (Reg. CE 1107/2009), utilizzati per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali, e i biocidi (Reg. UE 528/2012), impiegati in vari campi di attività (disinfettanti, preservanti, pesticidi per uso non agricolo, ecc.). Spesso i due tipi di prodotti utilizzano gli stessi principi attivi.
Mentre si conoscono le tonnellate all’anno di prodotti fitosanitari che si utilizzano in Italia, per i biocidi non si hanno dati altrettanto stimati, sia per quantitativi usati che per distribuzione geografica.
Gli erbicidi insieme ai loro metaboliti costituiscono il 43% delle misure positive nelle acque superficiali e il 50% nelle acque sotterranee. Segue la presenza di fungicidi e quindi di insetticidi.
Acque Superficiali
Ritrovamenti per categorie
Erbicidi
Fungicidi
Insetticidi
Acque Sotterranee
Ritrovamenti per categorie
Erbicidi
Fungicidi
Insetticidi
La forte presenza di erbicidi è legata alle quantità utilizzate e all’impiego diretto sul suolo, spesso concomitante con le precipitazioni meteoriche più intense di inizio primavera, che ne determinano un trasporto più rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei.
Sostanze più frequenti
Gli erbicidi Glifosato e il suo metabolita AMPA sono tra le più rinvenute nel monitoraggio di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee in Italia e sono la categoria di sostanze maggiormente identificata.
Questi due erbicidi sono le sostanze più frequentemente riscontrate nelle acque superficiali mentre i metaboliti triazinici, anch’essi erbicidi, sono tra le sostanze più rinvenute nelle acque sotterranee.
Acque superficiali
Acque Sotterranee
I valori riportati dallo studio sono confrontati con i limiti stabiliti a livello europeo e nazionale: gli Standard di Qualità Ambientale (SQA) per le acque superficiali (Dir. 2008/105/CE, D.Lgs. 152/2006), le norme di qualità ambientale per la protezione delle acque sotterranee (Dir. 2006/118/CE).
La situazione al Sud
Mentre in Italia la frequenza complessiva di pesticidi nelle acque superficiali è pari al 55,1% dei punti di monitoraggio e nelle acque sotterranee è pari al 23,3% dei punti di monitoraggio, al sud e nelle isole i valori si attestano al 39,8% e al 6,7% rispettivamente.
Al sud e nelle isole il numero di sostanze cercate e quello delle sostanze trovate ottenuti a seguito dei campionamenti effettuati sul numero di misure totali nel 2020 sono riportati di seguito:
Acque superficiali (dati 2020)
Misure
0Sostanze cercate
0Sostanze trovate
0Acque sotterranee
Misure
0Sostanze cercate
0Sostanze trovate
0Gli standard di qualità ambientale (SQA)
Le concentrazioni dei residui di pesticidi sono confrontate con i limiti nelle acque stabiliti a livello europeo e nazionale, definiti Standard di Qualità Ambientale (SQA) dove, come specificato nella Direttiva Quadro Acque (DQA), con questo termine s’intende:
“la concentrazione di un particolare inquinante o gruppo di inquinanti nelle acque, nei sedimenti e nel biota che non deve essere superata, per tutelare la salute umana e l’ambiente”.
Direttiva 2000/60/CE
La Direttiva 2006/118/CE UE (recepita in Italia con il D.lgs. 30/2009), relativa alla protezione delle acque sotterranee, invece stabilisce gli SQA, definiti come
“la concentrazione di un determinato inquinante, gruppo di inquinanti o indicatore di inquinamento nelle acque sotterranee che non dovrebbe essere superata al fine di proteggere la salute umana e l’ambiente”.
Direttiva 2006/118/CE UE
A livello nazionale su 1.837 punti di monitoraggio delle acque superficiali, 561 (30,5%) hanno livelli di concentrazione superiore agli SQA.
Nelle acque sotterranee su 2.551 punti, 139 (5,4%) hanno concentrazioni superiori agli SQA.
Superano i limiti SQA
Nelle acque superficiali il maggior numero di superamenti è dato dal glifosato e dal metabolita AMPA, superiori agli SQA rispettivamente nel 21,2% e nel 52,7% dei siti monitorati. La frequenza di non conformità di queste sostanze è considerevolmente superiore a quella delle altre sostanze.
Acque sotterranee
Nelle acque sotterranee il numero più elevato di casi di non conformità, pari al 4,4%, è dato dal metabolita metolaclor-esa.
Il metabolita atrazina desetil desisopropil segue con il 2% dei punti monitorati
Glifosato e AMPA
Il Glifosato è l’erbicida più utilizzato in Italia e nel mondo ed è uno dei contaminanti principali delle acque e del suolo. La sostanza è attualmente approvata in EU mentre in Italia, dal 2016, ne è stato vietato l’uso nei luoghi pubblici, nel periodo che precede il raccolto e l’impiego non agricolo nelle aree vulnerabili (DM 193/2016).
Sulla base di un’ampia revisione delle prove scientifiche, il Comitato per la valutazione del rischio (RAC) di ECHA il 30 maggio dell’anno corrente ha confermato l’attuale classificazione di pericolo per gravi lesioni oculari e tossicità per gli organismi acquatici.
L’AMPA, oltre ad essere generato a seguito della bio/fotodegradazione del Glifosato, è il principale prodotto di degradazione di una serie di composti fosfonati di largo utilizzo in ambito urbano ed industriale nei settori tessile, chimico ed edilizio.
Dai risultati del rapporto ISPRA si evince chiaramente che il Glifosato oltre ad essere uno dei principali contaminanti del suolo, e quindi dei prodotti della terra e degli animali, lo è anche delle acque superficiali e sotterranee.
Analogamente anche il suo metabolita AMPA, pure di derivazione urbana e industriale, risulta uno dei contaminanti più rinvenuti nelle acque, e ancor più del Glifosato, probabilmente per la sua spiccata persistenza nell’ambiente e dell’uso sempre più crescente.
(Fonte: ISPRA – Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque – Dati 2019-2020 Ed. 2022)